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REFERENDUM E LAVORO: LE SCELTE DEL S.A.V.T. PER L’8 E 9 GIUGNO

Esercitare con forza il proprio diritto di voto costituzionalmente previsto! E’ questa l’indicazione emersa dalla discussione fatta all’interno del Direttivo confederale del S.A.V.T. in merito ai referendum che si svolgeranno i  prossimi 8/9 giugno.

Il massimo organo dirigente del S.A.V.T. ritiene, infatti, fondamentale che i cittadini si rechino alle urne per esprimere democraticamente il proprio pensiero su tematiche che possono incidere direttamente sulle loro vite. In particolare le lavoratrici e i lavoratori non devono perdere l’occasione di manifestare il proprio indirizzo su materie che possono avere riflessi diretti sulle condizioni del loro rapporto di lavoro.

Il Direttivo confederale ha voluto anche analizzare con attenzione i quesiti dei 5 referendum al fine di dare delle indicazioni di voto.

In merito ai primi due punti che sono finalizzati al superamento del Job Act sulla tematica dei licenziamenti illegittimi, l’indicazione è di votare in entrambi i casi “Sì”. La motivazione è che si ritiene che non sia opportuno che siano previsti paletti legislativi su possibili indennizi o reintegri quando ci si trova di fronte ad un licenziamento illegittimo. In queste situazioni vi deve essere la possibilità per le parti, ed eventualmente per un giudicie, di potere esercitare il proprio ruolo senza limitazioni. Non regge più nemmeno l’alibi secondo il quale le aziende si vedrebbero obbligate ad un eventuale reintegro dopo diverso tempo a causa dei lunghi tempi della giustizia. Non deve essere il lavoratore a pagare lungaggini che non dipendono in nessun modo dalla sua volontà  e sulle quali non si sta facendo nulla di concreto per ridurle.

Convinto “Sì” anche sul punto 4 in merito all’estenzione sulla ditta appaltante delle responsabilità in caso di infortuni sul lavoro. Tutto quello che si può fare di concreto per aumentare la sicurezza sul lavoro non può che trovare la condivisione del S.A.V.T..

Libertà di scelta in base alla propria coscenza è, invece, l’indicazione emersa in merito ai quesiti refendari 3 e 5. Le motivazioni sono differenti. Sul quesito 5, che prevede che per poter presentare la domanda per ottenere la cittadinanza italiana si debba passare dall’attuale requisito di possedere 10 anni di residenza legale a 5, il Direttivo confederale del S.A.V.T. ha ritenuto opportuno non esprimere un’indicazione in quanto non si tratta di una specifica materia di lavoro. Sul punto 3 si è deciso di non dare un preciso indirizzo di voto in quanto non si ritiene che il quesito referendario possa essere realmente efficace nella lotta al precariato.

Il Direttivo

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