I frontalieri occupati in Svizzera e sottoposti al regime fiscale “transitorio” dal 2024 saranno chiamati a pagare un nuovo contributo per la salute. Questa è una delle novità introdotte dalla bozza della Finanziaria varata dal Governo Meloni.
L’articolo 50 della bozza prevede un prelievo, la cui percentuale varierà dal 3 al 6% (a seconda della decisione della Regione di appartenenza), sui salari netti di questi lavoratori. Secondo il Governo Meloni questa tassa servirà a pagare un premio al personale sanitario (medici e infermieri) che lavora nelle aree di frontiera. La motivazione? Sostenere e incentivare il personale sanitario che opera nelle aree di frontiera. Questa tassa avrebbe l’obiettivo di contrastare la crescente tendenza alla fuga di medici e infermieri dalle strutture sanitarie italiane.
Una notizia arrivata proprio a ridosso del primo convegno internazionale dal titolo “Le frontiere delle opportunità: verso lo statuto dei frontalieri”, tenutosi a Riccione il 27 e 28 ottobre, in cui si sono riuniti tutti i Consigli Sindacali Inter Regionali (in Italia sono 11) dando rappresentanza agli oltre 120mila frontalieri che entrano ed escono quotidianamente dal nostro Paese. Questi enti bilaterali sono riconosciuti dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES).
Il messaggio chiave emerso dal convegno è stato chiaro e netto: è necessario convocare al più presto il tavolo interministeriale per le politiche del lavoro frontaliero, ottenuto nell’intesa tra sindacati confederali italiani e Governo e recepito nella legge 13 giugno n° 83/2023 approvata in via definitiva a luglio di quest’anno.
La due giorni ha visto anche la partecipazione del SAVT per il CSI Piemonte-Valle d’Aosta-Arco Lemanico;.
Il Segretario generale Claudio Albertinelli è intervenuto nel dibattito portando l’esperienza valdostana ““Per la nostra regione il fenomeno dei lavoratori frontalieri è ancora molto giovane. Una realtà sociale nuova. Fondamentale è sottolineare come il tema dello spostamento, nella nostra regione, è l’elemento che fa la differenza. Muoversi dalla Valle d’Aosta alla Francia o alla Svizzera significa dover percorrere colli e tunnel, elementi geo-fisici che portano la maggioranza dei lavoratori valdostani a fermarsi settimanalmente in questi territori. Credo però che le domande che dobbiamo porci oggi, tutti noi, siano: perché i lavoratori scelgono di andare in Svizzera o in Francia a lavorare? Cosa possiamo fare per arginare questo fenomeno? Dobbiamo lavorare sui temi contrattuali, della qualità dei servizi, per riuscire a tenere le nostre professionalità sul nostro territorio”
Di seguito le richieste, urgenti, che verranno proposte al Governo:
1. Osservatorio sul lavoro transfrontaliero: Viene richiesta l’istituzione di un osservatorio dedicato al mercato del lavoro transfrontaliero, con l’obiettivo di redigere un rapporto annuale. L’idea è di monitorare costantemente il fenomeno e identificare gli ostacoli alla mobilità dei lavoratori, colmando una lacuna di informazione sul tema.
2. Riconoscimento fiscale dei lavoratori frontalieri: Le convenzioni fiscali stipulate dal Governo con i paesi di confine dovrebbero riconoscere esplicitamente la situazione dei lavoratori frontalieri, regolamentando adeguatamente la loro tassazione.
3. Assegno unico e universale: La normativa attuale sull’assegno unico e universale deve essere rivista, riconoscendo ai lavoratori frontalieri il pieno diritto di percezione e garantendo le procedure amministrative appropriate.
4. Telelavoro transfrontaliero: Si sottolinea l’importanza di aderire all’Accordo Quadro europeo sul telelavoro transfrontaliero, per tutelare i diritti dei lavoratori che operano da remoto.
5. Tassazione sui salari dei frontalieri: Una nuova proposta legislativa prevede un prelievo sul salario dei lavoratori frontalieri per il sistema sanitario universale. Questa proposta viene fortemente criticata, poiché vanificherebbe gli sforzi fatti con la firma del Memorandum d’intesa del 2020.
6. Armonizzazione fiscale: Viene richiesta un’armonizzazione del trattamento fiscale per le prestazioni previdenziali dei lavoratori frontalieri, estendendo determinate aliquote a tutti indistintamente.
Queste richieste, riflettono le esigenze di una categoria di lavoratori spesso trascurata nelle politiche di lavoro. La speranza è che il Governo possa recepire queste istanze, garantendo equità e diritti per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro posizione geografica. Il convegno di Riccione ha rappresentato un momento cruciale di confronto e proposta, gettando le basi per future iniziative e azioni congiunte.